Riaffora un Affresco – L’Oratorio Gioiello Continua a Stupire

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Nuovo traguardo per il restauro della struttura intitolata a Sant’Antonio in corso Bersaglieri. Pinelli: “Orgogliosi di rilanciare un cenacolo di vita sociale”

Riaffora un Affresco – L’oratorio Gioiello Continua a Stupire

PERUGIA –  A vederlo oggi, finito il restauro della parete a sinistra dell’ingresso, si stenta a credere che l’oratorio di Sant’Antonio abate sia stato riaperto solo da un paio d’anni dopo circa un secolo di oblio. Il gioiello è davvero salvo e in forma smagliante grazie alla buona volontà dell’associazione di corso Bersaglieri. Lo abbiamo visitato in anteprima. Le pitture di Giuli e Appiani, che lo decorarono agli inizi del Settecento, risplendono eleganti. Grazie all’ultimo intervento dell’Istituto del restauro di Firenze è tornato alla luce anche l’affresco che raffigura Sant’Antonio che fa sgorgare l’acqua nel deserto.

L’esito dei lavori, durati quattro mesi, sarà presentato ufficialmente alla presenza del sindaco Romizi intorno all’8 dicembre, più o meno in concomitanza con l’inaugurazione della tradizionale “Via dei presepi”.

L’oratorio avrà un ruolo centrale in occasione della manifestazione natalizia per cui è famoso borgo Sant’Antonio: dovrebbe ospitare, infatti, un monumentale presepe napoletano che si aggiungerà ai sei di solito in mostra negli spazi della via e accoglierà anche quelli che saranno realizzati dai ragazzi delle scuole elementari e medie della città. Il periodo natalizio, dunque, come ulteriore trampolino di lancio per un luogo finalmente uscito dal novero di quelli “invisibili”.

“L’oratorio, edificato nel Trecento con la tecnica della volta a botte, apparteneva alla confraternita dei Santantoniari, i nostri padri morali, i nostri progenitori associati. Quindi da borgaroli siamo orgogliosi di avervi messo mano per riaffermare la vocazione come cenacolo di vita sociale”, ricorda il presidente dell’associazione “Borgo Sant’Antonio-Porta Pesa”, Francesco Pinelli. La confraternita si sciolse nel 1914. Da allora l’oratorio è passato alla diocesi e poi all’Istituto per il sostentamento del clero da cui Borgo Sant’Antonio lo ha preso in affitto per 25 anni.

Riaprendolo nel 2014, l’associazione ha promosso il restauro finanziato con soldi reperiti autonomamente e grazie al forte sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio (investiti finora circa 100mila euro anche per il consolidamento della parte muraria). Il primo intervento, ultimato alla fine del 2015, ha riguardato l’affresco con Cristo crocifisso e i santi Ambrogio e Bernardino attributo dal Siepi alla scuola del Perugino e la parete di fronte all’ingresso. In futuro si punterà a restaurare anche la parete di destra, dove Sant’Antonio è raffigurato morente circondato da due frati a simboleggiare l’eredità morale, e il soffitto con la sontuosa scena dell’ascensione in cielo del santo vestito da vescovo della Chiesa.

Gli sforzi del borgo puntano tutti in una direzione: il recupero dei tesori del posto è funzionale alle attività sociali. Le cure prestate all’oratorio si accompagnano dunque alle iniziative che ne riscoprono l’originaria natura di “centro di aggregazione per l’intera comunità”, nelle parole di Pinelli. Proseguono pertanto gli eventi ambientati nella preziosa cornice: per questo mese e a novembre altre serate con Mirco Bonucci, curatore della fortunata serie di concerti-lezione “Il ratto della chitarra”.

di Alessandra Borghi